“Conservare per Innovare” è il titolo del progetto che l’IIS E. Santoni ha presentato partecipando all’avviso pubblico della Regione Toscana, D.D. RT n.4151 del 21/03/2019, dellaRegione Toscana. Le giornate di animazione sono previste e finanziate dalla L.194/2015 “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare”.
Il progetto ha visto coinvolte tutte le sei classi del triennio del corso Agraria, Agroalimentare e agroindustria che hanno lavorato su diversi aspetti della biodiversità e della agro-biodiversità in base alle loro conoscenze e ai contenuti trattati nel corso dell’anno scolastico.
Le classi terze hanno approfondito gli aspetti più generale della biodiversità e dell’importanza della sua conservazione e dei metodi in uso, partecipando ad un incontro con la prof.ssa Luciana Angelini del DiSAA, responsabile della Banca del Germoplasma presso l’Università di Pisa.
Le classi quarte, attraverso due visite aziendali, hanno avuto modo di toccare con mano cosa significhi essere agricoltori e allevatori custodi. Hanno potuto vedere in campo le varietà dei grani antichi, presso l’azienda biologica Floriddia a Peccioli, e la loro valorizzazione attraverso gli impianti per la produzione di farine, pasta e pane. A Coltano hanno potuto osservare le tecniche di allevamento delle razze locali del Mucco Pisano, presso l’azienda Salvadori, e della pecora Massese, presso l’azienda Pedrazzi, ascoltare la storia di queste razze all’interno di un territorio che molto è cambiato negli ultimi decenni ma che ha saputo conservare animali e tradizioni attraverso un impegno e una passione degli allevatori seguendo dei percorsi di valorizzazione che hanno puntato sulla qualità dei prodotti, sulla trasformazione e vendita aziendale e sulla filiera corta oltre che sul metodo di produzione biologico.
Le classi quinte hanno invece approfondito le tecniche di coltivazione e la conoscenza delle varietà locali delle ciliegie di Lari visitando l’azienda Mastrociliegia di I. Vanni. Le ciliegie di Lari sono uno dei prodotti più conosciuti del territorio pisano che grazie alla perseveranza in particolar modo degli agricoltori custodi, che conservano quelle locali a rischio di estinzione, hanno permesso la tenuta di un piccolo sistema produttivo ricco e vivace.
Il progetto si conclude il 20 maggio, presso l’Auditorium della scuola, dove gli studenti esporrano i loro approfondimenti e a cui partecipano il prof. A. Marescotti, docente di economia della Università di Firenze esperto di sistemi di valorizzaione dei prodotti locali e la dott.ssa M. Brunori della Università di Milano che si occupa della biodiversità dal punto di vista del Diritto, e le aziende che hanno ospitato gli studenti.